Il primo nucleo di quella che sarebbe divenuta la Franco Tosi fu fondato nel 1874 dall’imprenditore tessile Eugenio Cantoni e da Eraldo Krumm, un “fabbro ferraio” tedesco già dipendente nella filatura dei fratelli Schoc. In questa officina, Franco Tosi fu chiamato nel 1876 per assumere la direzione tecnica. Durante la sua formazione Tosi aveva intuito che le prospettive dell’industria moderna si fondavano sulla meccanizzazione, e quindi sulla disponibilità di energia.
Il giovane ingegnere propose ai soci che Cantoni divenisse accomandante di una nuova società chiamata “Franco Tosi & C.”. Il 24 dicembre 1881 la nuova società prese vita. Con l’inizio del XX secolo, accanto alla tradizionale produzione di caldaie e motrici a vapore vennero fabbricati i primi motori a scoppio. A partire dal 1907, i propulsori a gas povero vennero sostituiti da motori diesel.
Poi fu la Grande Guerra, a causa della quale, l’azienda convertì la propria produzione secondo quanto richiesto dalle autorità militari e aumentò la propria specializzazione in strumenti bellici. L’espansione senza precedenti del periodo bellico, superiore senz’altro a quella fisiologica, provocò al termine del conflitto diversi problemi legati alla riconversione della produzione e alla riorganizzazione tecnica ed economica dell’azienda. Tra il 1922 e il 1926 la ripresa crebbe costantemente favorendo l’apertura a nuovi mercati con l’introduzione di nuove innovazioni tecniche.
Allo scoppio della seconda guerra mondiale la produzione venne intensificata e gli orari aumentati, senza ricorrere a nuove assunzioni. Fortunatamente i bombardamenti risparmiarono lo stabilimento, che nonostante fosse controllato dai militari tedeschi restò produttivo fino al 1945.
Durante gli anni ’60 iniziò la ripresa fino al 1989, anno della crisi del mercato dell’energia, arrivando al 1992 con il cambio di proprietà di Ansaldo Energia e nel 2000 con Gianfranco Castiglioni. Nell’occasione la società cambiò nome in “Franco Tosi Meccanica S.p.A.”. Al 2001 la potenza totale installata negli impianti prodotti dalla Franco Tosi ammonta a circa 75 GW. Nel giugno 2009 la Franco Tosi viene acquistata dalla società indiana Gammon Group, specializzata in opere civili.
Il 25 luglio 2013 il tribunale fallimentare di Milano ha dichiarato lo stato di insolvenza per l’azienda a cui ha fatto seguito la decisione di porre la società in amministrazione straordinaria. Il 9 giugno 2015, a conclusione della procedura di cessione, il gruppo Presezzi ha acquistato il ramo d’azienda relativo alla gestione caratteristica della Franco Tosi Meccanica che comprende, tra l’altro, tutti i beni strumentali destinati all’attività d’impresa (impianti, macchinari, attrezzature), il marchio “Franco Tosi”, i brevetti e ogni altro diritto di proprietà industriale e intellettuale, il know-how e tutta la documentazione tecnica, tra cui l’archivio disegni e, infine, tutti i lavori in corso e il portafoglio ordini.
La Franco Tosi nel corso degli anni ha subito notevoli cambiamenti. Inizialmente l’ingresso principale si trovava di fronte alle abitazioni dei dirigenti, per poi essere spostata davanti alla stazione di Legnano. Oggi, l’ingresso è in piazza Monumento, ma per arrivare in azienda si deve percorrere un breve tragitto. Infatti, dopo la costruzione del palazzo degli uffici negli anni ’70 e la vendita successiva di quest’ultimo, alla Franco Tosi venne concessa la possibilità di mantenere l’entrata attuale e di raggirare il palazzo.
Oggi, gran parte degli stabilimenti sono abbandonati e inutilizzati, ma si sta pensando ad un riutilizzo dell’area. Ad esempio, per le ex fonderie, si è pensato ad un progetto di tipo culturale, con la riqualificazione e la costruzione di una nuova biblioteca per Legnano. Da ricordare è la tomba di Franco Tosi, presso il cimitero monumentale che, attraverso un’apertura, è in collegamento con la fabbrica.