Ghost Photo: Ex colonia Elioterapica, Legnano, 1910 e Oggi

Ex Colonia Elioterapica

Capolavoro riconosciuto dell’architettura razionalista in Italia, il complesso della colonia elioterapia legnanese versa purtroppo oggi in uno stato di grave compromissione. Paradossalmente la piena rispondenza dell’architettura alla funzione che doveva ospitare ne ha segnato l’inesorabile condanna con il venir meno dell’attualità della destinazione stessa. L’edificio era infatti interamente proiettato a soddisfare l’obiettivo di massima permeabilità ai raggi solari dovendosi proporre come alternativa urbana alle colonie marittime nella politica sanitaria di contrasto al rachitismo e al dilagare di patologie respiratorie infantili promossa dal governo fascista.

Ex Colonia Elioterapica, Legnano, 1927
Ex Colonia Elioterapica, 1927/ Ex Elioteraphy Colony, in 1927 (photo credits to a Facebook page “Legnano in Bianco e Nero”)

Il complesso, pur con una capienza dimensionata su 800 bambini, si articolava in volumi semplici, di bassissimo impatto nel contesto boscato in cui era localizzato. L’edificio principale si componeva di due corpi, il primo destinato ad ospitare spogliatoi, uffici e studi medici, collegato da due percorsi porticati al grande volume del refettorio e delle cucine. Il fronte meridionale, interamente finestrato con serramenti apribili, consentiva la totale fusione tra lo spazio interno del refettorio, pressoché libero da strutture portanti, e la natura circostante, garantendo comunque, attraverso una struttura solarium in legno che fungeva da sostegno per ampi tendaggi, la protezione dal soleggiamento diretto e dalle intemperie. Un doppio ordine di finestrature sovrapposte, di dimensione più contenuta e ancora parzialmente visibile, caratterizza invece le facciate est e ovest privilegiando il livello inferiore, cui corrispondono aperture a doppio modulo, rispetto al livello superiore. Al centro dello spazio principale, organizzato come una grande “U”, si trovavano le cucine strutturalmente autonome e anch’esse opportunamente finestrate. Anche la soluzione adottata per gli impianti idraulici appariva coerente con le finalità del centro, proponendo un sistema di tubature ad anello esterne al fabbricato che consentivano un contributo solare al riscaldamento dell’acqua.

Ex Colonia Elioterapica, Legnano, 1927
Ex Colonia Elioterapica, interno della palestra/ Ex Elioteraphy Colony, inside the gym (photo credits to a Facebook page “Legnano in Bianco e Nero”)

Completavano il complesso padiglioni e impianti all’aperto immersi nel parco. Ciò che possiamo vedere oggi è frutto di successivi rimaneggiamenti, il primo dei quali avvenuto negli anni ’50 per riconvertire la struttura a centro di riabilitazione per le vittime di infortuni sul lavoro. A questa nuova funzione, di eccellenza a livello nazionale, vengono sacrificati gli spazi progettati dallo studio BBPR e forse proprio per questo motivo in testi monografici dedicati al celebre sodalizio di architetti l’edificio viene dato per demolito nel 1956. Il refettorio perde la sua unitarietà venendo suddiviso in diversi ambienti; verso la parete sud trova spazio una palestra mentre l’ala est del salone viene attrezzata con una piscina per le terapie di riabilitazione in acqua. I corpi di fabbrica distinti del complesso originale vengono fusi e ampliati con un’ala a due piani destinata alle camere dei degenti. La superficie vetrata della facciata sud, privata del demolito solarium che ne scandiva l’uniformità in una armonica griglia modulare, sopravvive inespressiva.

Ex Colonia Elioterapica, Oggi, Legnano
Ex Colonia Elioterapica, Ingresso/ Ex Elioteraphy Colony, Entrance (photo credits to a Facebook page “Legnano in Bianco e Nero”)

Recognized masterpiece of rationalist architecture in Italy, the complex of elioterapia legnanese colony versa unfortunately in a state of severe impairment. Paradoxically, the full architectural compliance to the function that was to house it marked the inexorable condemns the loss of actuality of the destination itself. The building was in fact entirely projected to meet the goal of maximum permeability to sunlight having to propose as an urban alternative to the maritime colonies in contrast to rickets health policy and the spread of childhood respiratory diseases promoted by the fascist government.

The complex – even with a dimensioned capacity of 800 children – was divided into simple volumes, very low impact in the wooded context in which it was located. The main building is composed of two bodies, the first will house changing rooms, offices and medical offices, connected by two paths porches on the large volume of the refectory and kitchens. The southern front, all with window doors that open, allowed the total fusion between the interior space of the refectory – practically free from load-bearing structures – and the surrounding nature, while ensuring, through a wooden deck structure that serves as a support for large curtains, the protection against direct sunshine and weather. A double order of windows overlapping, more contained dimension and still partially visible, instead characterizes the east and west facades favoring the lower level, which correspond to openings double module, with respect to the upper level. At the center of the main space, organized as a large “U”, were structurally autonomous kitchens and also appropriately windowed. the solution adopted for the hydraulic systems appeared to be consistent with the purposes of the center, proposing a system of external ring pipes to the building which allowed a solar contribution to heating water.

Ex Colonia Elioterapica, Oggi, Legnano
Ex Colonia Elioterapica, Oggi/Ex Elioteraphy Colony, Today (photo credits to a Facebook page “Legnano in Bianco e Nero”)

They completed the halls and complex plant outdoors in the park. What we see today is the result of later alterations, the first of which occurred in the 50 to convert the structure to the rehabilitation center for victims of workplace accidents. In this new feature, of national excellence, are sacrificed the spaces designed by BBPR and perhaps for this reason in monographs dedicated to the famous association of architects, the building was given to demolished in 1956. The refectory loses its unity It is divided in different environments; toward the south wall space is a gym while the east wing of the hall is equipped with a swimming pool for rehabilitation therapies in water. The separate buildings of the original complex is melted and expanded with a wing with two floors destined to the rooms of patients. The glass surface of the south facade, demolished the private solarium that chanted uniformity in a harmonic modular grid, survives expressionless.