Il primo nucleo del Cotonificio Bernocchi nacque nel 1868, ad opera di Rodolfo Bernocchi; inizialmente svolgeva un esercizio artigianale di candeggio. I figli del fondatore, Antonio, Michele e Andrea trasformarono, circa un decennio dopo la fondazione l’attività artigianale in una delle più grandi industrie tessili e tintoriche italiane. Tra i fratelli Bernocchi, già all’epoca, si distingueva Antonio, che ebbe in seguito anche un’importante carriera politica, diventando Senatore.

Nel 1898 la famiglia Bernocchi fondò i moderni stabilimenti che ancora nel XXI si trovano in corso Garibaldi. Le grandi imprese tessili consumavano ingenti quantità di energia, e quindi i Bernocchi iniziarono ad occuparsi di produzione di energia sperimentando tecnologie innovative fin dal 1920, con l’acquisizione della Centrale di Cogozzo. In seguito la famiglia Bernocchi fondò e acquisì altri stabilimenti. In totale, il numero totale di siti produttivi arrivò a sei: Legnano, Nerviano, Cerro Maggiore, Angera, Besnate e Cogozzo.

Nel 1971, anno della sua chiusura, l’azienda impiegava complessivamente, nei sei stabilimenti produttivi, 1.400 dipendenti. La società chiuse formalmente i battenti il 2 dicembre 1971, quando fu messa in liquidazione. La crisi che portò alla chiusura del Cotonificio Bernocchi iniziò poco dopo la fine della seconda guerra mondiale, a causa dei forti mutamenti del mercato mondiale del tessile e della tintoria. L’ultima occasione per salvare l’azienda si presentò nel 1970, quando Andrea e Tommaso Bernocchi, figli di Antonio, cercarono invano di ottenere un finanziamento statale.

La fabbrica rimase chiusa e al degrado fino al 2012, anno in cui sono state realizzate delle opere di ristrutturazione per evitare che i muri esterni crollassero e causassero problemi ai passanti. Successivamente, lo scorso 25 giugno del 2015 è stato inaugurato il Birrificio di Legnano proprio all’interno della vecchia fabbrica: si tratta della miglior opera di riqualificazione svolta a Legnano. Un vero  e proprio recupero dell’archeologia industriale, diversamente da com’è accaduto per altre industrie di notevole importanza.

The first nucleus of the Cotton Mill Bernocchi was born in 1868, the work of Rodolfo Bernocchi; initially played a handicrafts training bleaching. The founder’s sons, Antonio, Michael and Andrew, became , about a decade after the founding , the craft in one of the largest textile and Italian tintoriche industries. Among the Bernocchi brothers, even then, he was distinguished Antony, who had later also an important political career, becoming senator.

In 1898, the Bernocchi family established the modern factories that are still in the twenty ongoing Garibaldi. Large textile enterprises consumed large amounts of energy, and therefore the Bernocchi began to work on energy production experimenting with innovative technology since 1920, with the acquisition of Cogozzo Central . Following the Bernocchi family founded and acquired other establishments. In total, the total number of manufacturing sites came to six: Legnano, Nerviano, Cerro Maggiore, Angera, Besnate and Cogozzo. 

In 1971, the year of its closure, the company employed a total, in the six production plants, 1,400 employees. The company formally closed its doors December 2, 1971, when it was put into liquidation. The crisis which led to the closure of the Cotton Mill Bernocchi began shortly after the end of World War II, because of the strong changes in the world market of the textile and dyeing. The last chance to save the company appeared in 1970, when Andrew and Thomas Bernocchi , sons of Antonio , tried in vain to get state funding.

The factory was closed and degradation until 2012, the year in which they were made of the works of restructuring to prevent the exterior walls collapsed and cause problems to passersby. Subsequently, on June 25, 2015 was inaugurated the Brewery of Legnano right inside the old factory: it is the best work of redevelopment took place in Legnano. A real recovery of industrial archeology, unlike as has happened to other very important industries.